Bibbia e Vangelo

Molto spesso, quando parliamo della Parola di Dio con la gente, ci accorgiamo che la maggioranza crede che i Vangeli siano una cosa, la Bibbia un’altra. La Bibbia ha inoltre la fama di essere un libro non solo molto antico ma anche piuttosto strano, spesso incomprensibile, appartenente a un mondo che ormai non ha pressoché più nulla da dirci; si crede inoltre (facciamo sempre riferimento alla grande maggioranza della gente, non a tutti) che chi la legge e la studia debba essere o un grande specialista (non una persona comune, quindi) o una persona un po’ strana, con qualche “problema”. Minore diffidenza circonda i Vangeli, che vengono visti come il nucleo fondante del messaggio cristiano, più comprensibile, in qualche modo ancora attuale, comunque parte del nostro orizzonte mentale e culturale (anche se poi è rarissimo trovare qualcuno che li conosca in modo dignitoso). Chi scrive queste righe, d’altronde, aveva questa stessa idea prima di mettersi a leggere per la prima volta la Bibbia, anni fa. Quando andai in libreria e ne comprai una versione, mi accorsi con stupore che conteneva i quattro Vangeli (Matteo, Marco, Luca, Giovanni) e pensai di aver sbagliato libro! In realtà, capii in seguito che è praticamente impossibile avere una chiara comprensione del messaggio evangelico al di fuori di un serio inquadramento biblico complessivo. Numerosissimi contesti dei Vangeli possono essere ben intesi solo facendo riferimento all’intero piano di redenzione di Dio, che si snoda dal primo libro biblico (Genesi) fino all’ultimo dell’Antico Testamento (quello del profeta Malachia). Inoltre, i Vangeli, senza gli altri libri del Nuovo Testamento che li seguono (Atti degli Apostoli, Lettere apostoliche e Apocalisse di Giovanni), sono come un lavoro lasciato a metà. Insomma, senza il prima e il dopo dei Vangeli, non si può mai dire di averli mai veramente conosciuti! Pensiamoci bene…

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