Una nota fiaba narra la storia di un re, che chiese alle sue tre figlie di esprimergli a parole il valore del proprio affetto. Felice di sentire le prime due che parlarono in termini di perle preziose e oro, il re inorridì quando si sentì dire dalla terza “ti voglio bene come il sale“ e la mandò via. In seguito, quando a causa di un evento accidentale, venne a mancare il sale a palazzo e tutte le pietanze avevano perso il loro sapore, il re capì il significato delle parole della figlia: “il mio affetto per te, padre, è qualcosa che dà senso, valore e riempie la vita di tutti i giorni insieme a te“. Il pentimento del re e la conseguente riconciliazione sono il lieto fine della fiaba.
La morale è chiara: il bene che si vuole a qualcuno non si misura con denaro, oro o gioielli, ma è qualcosa di autentico e profondo, i cui frutti si percepiscono nella vita di tutti i giorni.Â
Il sale del cristiano
Ascoltiamo le parole di Gesù nel Vangelo di Matteo “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si salerà ?” (5,13).
Poche ma pesantissime parole per parlare ai cristiani, a parer mio, in questi termini:
- nella vostra società , ovunque abitiate (questo significa la “terra”), siete chiamati ad essere persone sì positive e serene, che godono delle benedizioni quotidiane, ma anche affidabili, serie, misurate, oneste e senza le tante “stupidaggini” che riempiono purtroppo la vita di chi non ha altri pensieri che mangiare, bere e divertirsi;
- sempre nel vostro ambiente (p.es. famiglia, amici, lavoro, scuola etc.) è importante che si vedano i frutti del vostro essere miei discepoli (cioè cristiani); perchĂ© non mi bastano le vostre parole o i vostri proclami: c’è bisogno di testimonianza della vostra fede in me (“Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerĂ nel regno dei cieli; ma chi fa la volontĂ del Padre mio che è nei cieli.” Matteo 7,21).
Perfettino, quindi, che dĂ lezioni di morale?
No, non è questo l’atteggiamento del cristiano, se consapevole prima di tutto di essere stato “graziato” in virtù del sacrificio di Gesù salvatore. Non perfetto, non superiore, ma una persona che si sforza seriamente di raggiungere quei valori morali e spirituali che richiede la vita cristiana, a cominciare dall’umiltà . Questo è il sapore del “sale” che riceve ogni credente.
Compito dei cristiani, quindi, è di acquisire questo sapore nella propria vita e di condividerlo con il prossimo. Se lo perdiamo, dice Gesù, non c’è niente e nessun altro che ce lo potrà ridare, come a ricordarci che solo Lui è la via, la Verità e la vita, la strada che porta al Padre celeste (Giovanni 14,6).
Ecco quindi un altro valore che emerge dalle sue parole: la perseveranza. Proprio così: dopo aver imparato, praticato, testimoniato, è importante “rimanere in pista”, fiduciosi della sua promessa di restare sempre al nostro fianco (Matteo 28,20).
La fiaba e le parole di GesĂą
La fiaba ci insegna qualcosa di prezioso nei rapporti familiari ma, pur con la sua morale, ha il valore di una fiaba, mentre le parole di GesĂą (queste come altre) sono impegnative e rivolte al cuore di ognuno di noi, al fine di farci riflettere sulla nostra interioritĂ , sulla nostra statura morale e spirituale (il sapore del sale), scuoterci dal profondo, farci dirigere i passi verso la strada da lui tracciata, incoraggiando il prossimo (con le parole e nei fatti) a fare altrettanto.
Andrea Miola
Hai domande sui contenuti dell’articolo o vuoi ricevere i nostri aggiornamenti?



