Quante volte abbiamo la cattiva abitudine di lamentarci dei mali del mondo prima di pensare che molto probabilmente siamo anche noi stessi ad aver contribuito al dolore di tante persone nei paesi più poveri, alle guerre, alla miseria economica e sociale, all’inquinamento, all’ingiustizia, a causa del nostro egoismo? Perché vogliamo, vogliamo, vogliamo comodità a cui non possiamo più rinunciare, e cose che riteniamo indispensabili, vitali, quando invece non lo sono?
Quante volte abbiamo quella cattiva abitudine di adirarci con Dio incolpandolo per le ingiustizie, la miseria, le guerre nel mondo e la conseguente morte di persone innocenti, ma non abbiamo mai pensato di sentire veramente ciò che Lui ha da dirci? Ricordiamoci che non è Dio a rimanere in silenzio: siamo noi che abbiamo dimenticato come ascoltare!
Dio non smette mai di parlare. La Sua voce ci arriva attraverso le Sacre Scritture, le circostanze della vita, le persone che ci mette accanto… e perfino quei momenti in cui tutto sembra immobile o anche andare male. Spesso, però, siamo noi ad avere il cuore pieno di “rumore”, distrazioni, preoccupazioni e orgoglio. Così non riusciamo più a distinguere la Sua voce in mezzo al caos che ci circonda.
Noi raramente ci fermiamo. Raramente gli diamo lo spazio che dovremmo. La Bibbia ci ammonisce: «Fermatevi e riconoscete che io sono Dio» (Salmo 46:10). Non è che Dio non parli più… è che siamo diventati sordi. Abbiamo tempo per tutto, ma non per Lui; energie per mille cose, ma non per alimentarci della sua Parola. Eppure, la benedizione più grande arriva proprio quando ci mettiamo in silenzio davanti a Dio.
Gesù disse di Maria, sua discepola, sorella di Marta: «Maria ha scelto la parte buona [il Vangelo] che non le sarà tolta» (Vangelo di Luca 10:42). Mentre Marta era agitata, impegnata, distratta da molte cose, Maria scelse l’essenziale: ascoltare il suo Signore. Questo è ciò che Dio desidera anche da ciascuno di noi.
Dio non forza nessuno: «Ecco, io sto alla porta e busso; se qualcuno ode la mia voce e apre la porta, entrerò da lui» (Apocalisse 3:20). La Sua voce c’è, la sua presenza anche… ma la porta dobbiamo aprirla noi. Lui non irrompe, non si impone, non urla sopra il “rumore” che abbiamo continuamente dentro di noi. Il Signore attende con pazienza, con amore, con rispetto per la nostra libertà.
E oggi, lettore, mentre scorri queste parole, ricordati che non sei qui per caso: ancora una volta, infatti, Dio ti sta ricordando qualcosa che hai dimenticato da un tempo più o meno lungo. Forse hai dimenticato che la Sua presenza non si trova nella fretta, ma nella quiete, ed è per questo motivo che ci dobbiamo fermare per poterlo ascoltare, perché la Sua voce non si sente tra mille notifiche, ma nel silenzio della preghiera, da solo, senza lo smartphone vicino, nella tua cameretta. Perché per ascoltarlo non serve molto… basta poco, basta volerlo. In fondo, tutto ciò che devi fare è semplice: metti da parte il telefono per un po’, apri la Bibbia, inginocchiati davanti a Dio. Troverai così momenti che possono cambiare la tua giornata, la tua mente, la tua pace, il tuo cuore, la tua vita. Perché quando Dio parla, porta luce. Porta ordine. Porta guarigione. Porta salvezza.
Gesù ha promesso: «Venite a Me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e Io vi darò riposo» (Matteo 11:28). Ma come può darci riposo se non ci avviciniamo, come può guidarci, se non lo ascoltiamo?
Oggi Dio ti sta facendo un invito dolce e serio allo stesso tempo: torna alla parte migliore. Fermati, ascoltalo, lascia che la Sua voce torni ad essere più forte del rumore dentro e fuori di te. Se desideri davvero ascoltare la voce di Dio, e desideri lo stesso per i tuoi cari, condividi questo messaggio con le persone che ami, qualcuno potrebbe aver bisogno esattamente di questo promemoria: che Dio ci parla… ma bisogna ascoltarlo.
E mentre lo fai, preparati, perché quando tu aprirai il cuore, il Signore si manifesterà, e riceverai la benedizione che ha preparato per te.
Remo Molaro
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